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domenica 19 giugno 2016

FOOD RECIPE - Lasagne verdi con zucchine e scamorza affumicata

Lasagne vegetariane !





Un primo gustoso e saporito, con ingredienti freschi. Una lasagna che ho inventato all'ultimo, veloce da preparare, leggera. Gli strati sono solo due, ma nulla vieta di farne di più se preferite. 

Ingredienti
  • Mezza scatola di lasagne verdi (circa 10/12 fogli)
  • 4 Zucchine medie
  • Fette di scamorza affumicata q.b.
  • Mozzarella q.b.
  • 1 manciata di Parmigiano Reggiano
  • 500 gr di salsa di pomodori pelati
  • 12 Fiori di zucca
  • 2 cipolle
  • 2 Spicchio di aglio
  • 1 mazzetto di Basilico
  • Pangrattato q.b.
  • Olio extra vergine q.b. 
  • Sale q.b.
  • Pepe nero q.b.

Preparazione
In padella abbrustolire l'aglio in camicia con olio e il pomodoro, fare ridurre leggermente, salare e pepare.
Tagliare le zucchine a dadini e le cipolle. Ungere una padella con l'olio e far rosolare. Quando sono cotte, salare e pepare, quindi ridurle in crema, aggiungendo una manciata di parmigiano, aggiustare di sale e pepe se serve.
Tagliare la mozzarella e la scamorza, quindi immergere le sfoglie in acqua bollente per pochi minuti, quindi iniziare a predisporre gli strati.
Accendere il forno a 180°.
In una pirofila o teglia rettangolare, oliare il fondo, spargere il pangrattato, e un po' di salsa di pomodoro. Adagiare le sfoglie, quindi inserire uno strato di pomodoro, e la crema di zucchine. Spargervi un po' di pangrattato, le fette di scamorza e un po' della mozzarella. Predisporre il secondo strato, quindi finire con i fiori di zucca, la mozzarella, la scamorza, il pangrattato e un velo di parmigiano reggiano.


Far cuocere in forno per circa 20 minuti, quindi inserire il grill all'ultimo per circa 3 minuti.
Sfornare e servire.





















































©PHOTO EDITING - elisa roattino


domenica 29 maggio 2016

FOOD RECIPE - FOCACCIA LOCATELLI

La focaccia alta e morbida

Scoperta poco tempo fa, non mi aspettavo un risultato così. Di solito le ricette per le focacce sono lunghe e non sempre vengono come si vorrebbe. Invece questa è assolutamente imbattibile. Prima di tutto il tempo: è veloce. Non nego che io, amante delle lunghe lievitazioni, preferisco di solito fare l'impasto il giorno prima, per avere una maggiore digeribilità. Se invece avete fretta, e vi va di provarla, non rimarrete delusi.
La ricetta proviene dal ricettario del noto chef Giorgio Locatelli "Made in Italy, Food and Stories". 
Per inciso, la ricetta è di Federico Turri, che si occupa della panificazione alla Locanda Locatelli, una stella Michelin, nel centro di Londra.
Detto questo, si tratta di una ricetta che non richiede impasto, nel senso che basta un cucchiaio e una ciotola capiente. Niente più. Un amico siciliano mi ha detto che in effetti al suo paese è conosciuta e ne esistono mille varianti, con annegate dentro acciughe, pomodorini, origano... 
La mia è semplice, ecco le dosi.

INGREDIENTI
250 gr di farina 00
250 gr di farina forte (manitoba o quella che preferite)
300 gr di acqua tiepida
15 gr di lievito di birra
2 cucchiai di olio extravergine di oliva
10 gr di sale

Per la salamoia:
65 gr di acqua tiepida
65 gr di olio extravergine di oliva
20 gr di sale

PROCEDIMENTO
Prendere una ciotola bella capiente, versarci le farine e il sale, mescolare. Al centro inserire l'acqua (mi raccomando, tiepida) scioglierci il lievito e unire l'olio.




























Mescolare per amalgamare tutti gli ingredienti. Coprire e lasciare lievitare per 10 minuti.





Prendere una teglia di almeno 30 cm e ungerla con olio, o se preferite, potete ricoprirla con carta da forno. Versarvi l'impasto ottenuto, coprire e lasciare a riposo per altri 10 minuti.

Stendere quindi l'impasto con le mani, delicatamente, e fare lievitare per 20 minuti.

Bucherellare l'impasto con i polpastrelli, sempre delicatamente, e versarci la salamoia, riempiendo tutti i buchi ottenuti. Lasciare lievitare altri 20 minuti.

Ecco il risultato dopo i 20 minuti. A questo punto si può infornare a 220° per circa 25/30 minuti.

Ecco il risultato finale. 

Lasciare riposare un poco e si può tagliare. Il risultato è una focaccia alta, morbida, ben alveolata, untuosa, con la superficie croccante. Sublime!!!

©PHOTO EDITING - elisa roattino

domenica 14 febbraio 2016

FOOD RECIPE - TAGLIATELLE DOLCI LIMONCINE

Dolce di carnevale, le tagliatelle dolci!


E' un dolce di carnevale tipico dell'Emilia Romagna, che riprende l'impasto classico delle tagliatelle, aggiungendovi dello zucchero e scorze di limone o arancia. 

Con la stesura in sfoglia sottile, che può essere ottenuta utilizzando anche la macchina della pasta per sfoglia, si ottiene un velo che poi, farcito con zucchero a velo e scorze di agrumi, viene arrotolato e tagliato. 

Il risultato finale sono dei dolcini fritti gustosissimi e deliziosi... 












INGREDIENTI
  • 350 gr di farina 00
  • 50 gr di burro
  • 5 gr di lievito di birra secco
  • 2 uova
  • 70 gr di zucchero
  • 1/2 bicchiere di latte tiepido
  • mezzo bicchierino di liquore (rum)
  • 1 pizzico di sale
  • 3 agrumi (limoni o arance non trattate)
  • zucchero semolato e zucchero a velo q.b.
  • olio di semi per friggere
PREPARAZIONE
Versare il lievito nel latte con due cucchiaini di zucchero e lasciare per 5 minuti, fino a quando inizia a lavorare.
Nella planetaria con strumento a foglia inserire la farina setacciata, un pizzico di sale, e le due uova e azionare per fare amalgamare gli ingredienti, quindi aggiungere il burro ammorbidito e lo zucchero. Proseguire aggiungendo il latte con il lievito, fino a raggiungere la consistenza di un buon impasto.
Fare una palla e avvolgerla in pellicola trasparente, quindi lasciare riposare in frigorifero per mezz'ora.
Grattugiare i limoni e le arance e aggiungere le scorze allo zucchero semolato.
Fare tre palline dell'impasto e stenderle abbastanza sottili con il mattarello, quindi disporvi sopra lo zucchero semolato con le scorze di agrumi, spolverizzare ancora con lo zucchero a velo cercando di non sporcare i bordi, quindi arrotolarle e tagliare i filoncini dello spessore di circa 1 cm.

Farle friggere in olio ad una temperatura che non superi i 170°, quindi spargervi sopra lo zucchero a velo.


©PHOTO EDITING - elisa roattino

lunedì 11 gennaio 2016

FOOD RECIPE - Torta Mattindoro

Una torta spettacolare

Nella sua semplicità è buonissima, morbida, con la glassa che si scioglie in bocca. 
Non a caso è una ricetta del presidente dell'AMPI, il mitico Gino Fabbri.
vista in televisione, mi sono segnata tutti i dettagli e con i suoi consigli il risultato è stato strepitoso. Questa ve la consiglio, provatela e mi direte.

         INGREDIENTI                                                                                                 

  • 200 gr di burro morbido
  • 200 gr di zucchero a velo
  • 210 gr di uova (circa 4) tenute a temperatura ambiente
  • 7 gr di buccia di limone
  • 1 bacca di vaniglia
  • 135 gr di farina 00 (W200-220)
  • 5 gr di lievito


PREPARAZIONE                                                                                                     
Inserire in planetaria con frusta K (o meglio quella al silicone) il burro e lo zucchero, iniziare piano a montare, poi veloce, fino ad ottenere una crema. Inserire le uova una alla volta, il limone, la vaniglia, queste ultime a macchina ferma. 
Per ultimo la farina setacciata e miscelata con il lievito, amalgamare ma non troppo a lungo. 
Inserire l'impasto in teglia da 18 cm (deve montare in alto) imburrata e infarinata ed inserire in forno a 165° per 40 minuti, se ventilato, e a 180° per meno tempo se statico. Io ho fatto la cottura a forno statico a 165° per 45 minuti. 
A fine cottura aprire un po' il forno con un cucchiaio, per gli ultimi minuti di cottura.

Glassa all'acqua per la decorazione
INGREDIENTI
250 gr di zucchero a velo
50 gr di acqua
1/2 bacca di vaniglia
1 buccia di limone grattuggiata

La glassa va fatta a freddo, miscelando semplicemente gli ingredienti con una spatola.
A cottura ultimata, versare la glassa sul dolce e lasciare riposare per due ore a temperatura ambiente. 
La glassa può essere conservata in frigo per altre decorazioni, per esempio biscotti. 
Se si addensa troppo, farla sciogliere un poco su fuoco basso.

©PHOTO EDITING - elisa roattino

FOOD RECIPE - Uova in cocotte con crema di gorgonzola, noci e asparagi

Le uova che non ti aspetti

Oggi vi propongo un piatto veloce e nutriente. Io adoro le uova, soprattutto quando riesco a trovare quelle di gallina allevate totalmente all'aperto. Ci sono dei contadini qui vicino che ogni tanto ce ne regalano o ce le vendono. Hanno un sapore vero, che nulla ha a che fare con quelle di allevamento intensivo - e mi raccomando, comprate sempre e solo quelle allevate a terra, meglio se biologiche.
E' primavera e ci sono gli asparagi, quindi l'abbinamento è già deciso. Ho poi optato per una crema gustosa e decisamente intensa da abbinarci, il gorgonzola va benissimo, ma potete provare anche con altri formaggi: tome, roquefort, fontina...
E' un piatto che si serve in cocotte, quindi procuratevi queste belle stoviglie in ceramica, altrimenti potrete cuocerle in piccole padelline e poi trasferirle sul piatto di portata.

Ingredienti per 4 persone
4 uova fresche
1 mazzo di asparagi
1 piccolo mazzo di erbette primaverili
1 pugno di noci
100-180 gr di gorgonzola
200 ml di panna fresca
60 gr di burro
sale e pepe q.b.
crostini di pane abbrustoliti per accompagnare

Tagliate la parte dura e cuocete al vapore gli asparagi. Se non avete una vaporiera, adagiateli in un colapasta, a sua volta inserito in una pentola capiente e profonda riempita d'acqua, quindi coprite con della carta stagnola. Basteranno 15-20 minuti, devono essere croccanti quando li togliete. Tagliate finemente le erbette primaverili, le noci e tagliate il gorgonzola a pezzetti. Imburrate le cocotte.
In una padella fate rosolare le erbette con poco burro, salate e pepate, quindi adagiatele sulle cocotte, spolverizzando con le noci tritate. Tagliate a strisce longitudinali non troppo piccole gli asparagi, lasciando la punta intatta. Mettetene un po' in ciascuna cocotte. Lasciate qualche asparago intero, da servire a parte.
Rompete le uova, e versate gli albumi nelle cocotte, lasciando i tuorli da parte, intatti. Salate e pepate, inserite ancora qualche asparago qua e là, quindi infornate le cocotte a bagnomaria in forno già caldo a 160° per 15 minuti circa. Io ho il forno piuttosto "antico" senza la possibilità della cottura ventilata, quindi per me questo procedimento è risultato piuttosto lungo, di conseguenza passati i 15 minuti ho fatto cuocere e rapprendere l'albume direttamente sul fornello.
Nel frattempo che le cocotte sono in forno, preparate la crema al gorgonzola: in un pentolino fate sobbollire la panna, quindi aggiungete il formaggio tagliato fine, pepate e mescolando sempre otterrete una crema densa e fluida. Dovrete lasciarla sul fuoco molto basso fino al momento del servizio.
Poco prima di servire, adagiate il tuorlo su ogni cocotte, aggiungete due cucchiai di crema di gorgonzola, qualche noce tritata e servite, accompagnando con pane abbrustolito e gli asparagi interi a parte, in modo che ognuno possa servirsene. Se avanza la crema potete versarla in una ciotolina, in modo che ogni commensale possa aggiungerne a piacimento.

©PHOTO EDITING - elisa roattino

domenica 10 gennaio 2016

FOOD RECIPE - Torta bresciana

Torta Bresciana




















La torta Bresciana è un tipico dolce della zona lombarda. Si tratta di un dolce da orfelleria, che quindi non necessita di essere conservato in frigo. Si mantiene infatti molto bene a distanza di giorni, e può essere consumata tiepida e appena sfornata, magari dopo una cena, servita con una crema leggera alla vaniglia, oppure per colazione, accanto ad una fumante tazza di caffè. E' un dolce semplice nella preparazione, basta seguire le istruzioni ed avrete un risultato molto appetitoso! La ricetta proviene dalle mani esperte del pasticcere Maurizio Colenghi, quindi c'è da fidarsi!

INGREDIENTI (torta da 540 gr per 24 di diametro circa)

  • 144 gr di burro
  • 100 gr di zucchero a velo
  • 8 gr di miele
  • 40 gr di farina di mandorle
  • 200 gr di farina 00
  • 50 gr di tuorlo d'uovo
  • 20 gr di uovo intero
  • sale q.b.
  • 1 bacello di vaniglia
  • 1/2 bustina di lievito chimico
  • scorza di limone q.b.
  • per decorare: mandorle q.b. - zucchero semolato o di canna - 1 uovo
PROCEDIMENTO
In planetaria, con l'attrezzo a foglia, inserire lo zucchero a velo, le mandorle, la vaniglia e il burro plastico e amalgamare a bassa velocità. Aggiungere i tuorli con il sale sciolto nel liquido e il miele. 
Quando il composto è cremoso aggiungere le uova a bassa velocità. 
Deve essere omogeneo e non montato, non aggiungere troppa aria. Inserire il lievito e la farina setacciata con la scorza di limone. 
Adagiare il composto ottenuto su una placca da forno, stesa tra due fogli di carta da forno, e raffreddarla in frigo per mezz'ora. 
Quindi stenderla con mattarello a 1 cm di altezza. Copparla con cerchio e adagiarla su di una teglia coperta con carta da forno. Sbattere un uovo e lucidare la superficie. Ricordarsi che che lo spessore deve essere elevato, e non ci devono essere bordi, in quanto deve gonfiare in cottura. 
Prendere dello zucchero semolato e spargerlo sulla parte superiore, e distribuirvi sopra le mandorle intere. Inserire in forno caldo a 170° per 35 minuti. Si può servire anche con la crema di vaniglia.



venerdì 8 gennaio 2016

FOOD RECIPE - La cucina indiana, pollo alle spezie

CHICKEN CORY KULAMBU

La cucina indiana è forte di spezie e di colore.
I procedimenti sono sempre lunghi e laboriosi, pur nella loro semplicità.
Non devi avere fretta, loro non l'hanno mai nel cucinare; complice il fatto che in casa vi è sempre una donna che lo fa, che ravviva il fuoco o che sorveglia il focolare domestico.
Vuoi che sia una capanna di giunchi, una casa di metropoli o un villaggio sperso nella foresta, per tutti saranno tre i pasti fondamentali della giornata: per iniziare quello del mattino è un breakfast  veramente importante.
Sentirai nelle ore dell'alba un rumore di padelle e stoviglie e lo sfrigolare delle salse e degli alimenti, un sentore forte di spezie per la preparazione del poori che null'altro è se non farina di riso macerata in acqua e poi messa a cuocere come su una vaporiera, versando l’impasto in questo coperchio ribaltato con dei fori al centro, che rapprenderà e diverrà una polpettina bianca. Sarà frantumato dentro del chatney di verdura oppure frutta. Altro protagonista è la dosa, un impasto di farina di riso che verseranno su una piastra calda a cerchio, (come una nostra crepe) e che sarà accompagnata da salse dense e profumate, e servita dentro un vassoio di acciaio con tante scodelline a corolla.
Intanto che si allestisce il primo pasto del mattino, si avvia anche la preparazione del lunch che sarà deposto nelle tiffin carrier. Che cosa sono, chiederete? Null'altro che la nostra pitanziera di antica memoria, ora riemersa dal dimenticatoio abbandonando pasti veloci al bar o ristorante che nei tempi di crisi possono incidere sul nostro bilancio personale. A Torino si chiama baracchino e a Milano schiscetta ma è sempre un contenitore che racchiude un pasto più o meno frugale che abbiamo preparato in casa, talvolta composto di avanzi della sera prima. Per gli indiani invece è un cibo cucinato con le prime luci della giornata, racchiuso in questi contenitori di acciaio lucido oppure di plastica colorata: se lo porteranno al lavoro nelle fabbriche, nei campi, negli uffici, a servizio. Anche per le scuole all'ora del lunch si vedranno stormi di madri che aspettano i figli sulla soglia a protendere cestini di svariate foggie e dimensioni ai loro figli, oppure, nel caso dei più piccoli, le stesse sono sedute a terra nelle lande attorno alla scuola a imboccare i piccoli pargoli o protendere ai mezzani pezzi di agognato cibo.
Non vi sono quasi mense nelle scuole e nelle fabbriche. Per i luoghi del lavoro, talvolta, vi sono ampi locali, dove ci si può sistemare e scaldare il cibo o prepararsi una bevanda calda, ma non hanno nulla di ciò che esiste in Occidente, tutto è a carico personale.
Dentro questi contenitori troverete sempre il riso e le salse fatte con le verdure, con delle carni che sono di solito pollo o pesce, ma sempre molto speziate e piccanti a differenza della regione e della latitudine.

Per il dinner, che si consuma verso l’imbrunire, la famiglia si riunisce in casa: vediamo allora apparire il ciapati o il nan, che è una sorta di pane senza lievito fatto con differenti farine e talvolta intriso nell'impasto di burro chiarificato, il ghee.
Questo servirà ad accompagnare le zuppe, le verdure, talvolta anche fritte, e le carni, che saranno ricette un poco più elaborate. Come sono complicate e laboriose le ricette delle feste… Talvolta i menù sono composti tutti a base di fritti.
Durante l’arco della giornata sono due i momenti fondamentali, dove tutto si ferma qualunque cosa debba accadere: il tea time delle dieci e delle quindici. Un rito di marchio squisitamente anglosassone, essendo stati gli inglesi coloni dell'India per duecento anni. Non potrà mancare un the' denso e profumato, il chai, che è accompagnato quasi sempre da gallette burrose. Si tratta di una bevanda che si costruisce mettendo a bollire il latte intero con una polvere di the' molto profumata e scura assieme a zenzero, zucchero, cardamomo, anice stellato. È poi filtrato, facendolo scorrere da un bicchiere all'altro per alcuni secondi e compiendo vere e proprie evoluzioni aeree, senza che ne cada mai a terra nemmeno una goccia. Lo stesso sistema si attua con il caffè, che l’India coltiva ed è molto buono, soprattutto quello organico.
Possiamo dire che lo street food è la grande risorsa di questo continente, da lontani giorni, poiché essendo sempre fuori casa gli indiani “spizzicano” tantissimo e ovunque andrai, anche nei luoghi più remoti, troverai sempre una baracchina che ti sporge verdure fritte, ciotole di riso con salse, succhi di frutta fatti al momento spremendo la gustosa e sugosa frutta quali mango, papaya, ananas, banane, anguria e meloni. Vi sono poi frittelle di verdure quali il masala vada, omelette e le uova, che sono sempre le protagoniste del pasto indiano.
Troviamo poi i coni di verdura e carne simili ai nostri arancini, macedonia di frutta fresca condita con yogurt e, negli afosi mesi estivi, la frutta condita con sale grosso per ridare sali minerali al corpo che suda. Ora ci sono anche i gelati di cui sono ghiotti, soprattutto quelli al cioccolato.
Ovunque andrai, treno e bus compresi, troverai sempre a disposizione del cibo, the' e caffè caldi, frutta, acqua e bibite che ingurgitano con passione, soprattutto Sprite e Coca Cola.

Vi vogliamo proporre una ricetta del Tamil Nadu, che è il sud dell'India, dove la forza delle spezie e del chilly la fa da padrona, sia sul sapore sia sull'afrore. Il sud è una regione dalle grandi temperature nelle estati, ma non scende mai sotto i venticinque gradi in quello che possiamo definire inverno, tranne che per eccezioni climatiche non consuete.
Si tratta della ricetta di famiglia di Mohan, un ragazzo indiano che vive da alcuni anni in Italia, arrivato qua per studiare nelle nostre Università, ospite della mia famiglia.

Lui, quando ha tempo, cucina il suo cibo, soprattutto per la cena, dovendo di giorno recarsi all'Università, e questo piatto lo ama in modo particolare e lo esegue abbastanza spesso.
Gli Indiani sono di tradizione vegetariana ma non in senso stretto, essendo sia il pollo sia il pesce alimenti che entrano in almeno un pasto del quotidiano. Non si accostano quasi mai alla carne di mucca, perché per la loro tradizione religiosa è rappresentata da un dio con tutta la sua sacralità. Non sono quindi totalmente vegetariani nell’accezione che intendiamo noi, ma certamente le verdure e il riso sono in misura superiore rispetto agli altri alimenti e sempre presenti nei pasti, con gli elaborati fatti con le farine.
Le verdure e la frutta sono alimenti che nei villaggi possono coltivarsi da soli e comunque al mercato hanno costi davvero contenuti.
La spesa la donna di casa la compie tutti i giorni, tranne che per i sacchi di riso e farina. Di queste se ne occuperà l’uomo, essendo pesanti e ingombranti, con un approvvigionamento due volte al mese o settimanale.
Bisogna anche pensare che il frigorifero non è ancora così diffuso come in occidente… In India sono ancora di costo elevato e quindi bisogna per forza fare la spesa quotidiana e cucinare al momento, non potendo disporre di refrigeramento o surgelazione.
Non hanno l’olio di oliva che è difficile da coltivare viste le alte temperature e per il clima dei monsoni che bagnerebbero troppo e a lungo le piantagioni. Coltivano, però arachidi e girasoli e ne fanno del buon olio per friggere, perché è una cucina che è di frittura diretta o indiretta. Utilizzano anche il burro chiarificato, usato soprattutto per comporre piatti con il riso e il latte, o per i dolci. Il pranzo domenicale vedrà assieme parenti e amici, sempre, non si può mancare: si farà il tandouri, oppure il riso con pollo e tante verdure, ciascuna soffritta a parte e con spezie differenti e poi amalgamate nel finale.
Come per tutti i paesi con un passato di grande miseria e povertà, il cibo è la cosa più importante e fondamentale, attorno ad esso ruota tutta la vita e il pensiero. Vedrai cibo nei templi, nei matrimoni, nelle morti, in ogni passo importante della vita di ciascuno e s’indebitano inverosimilmente per acquistarlo. Tant'e' importante che quando ti parlano o t’incontrano, la prima cosa che ti chiedono è se hai mangiato, contro il nostro come va o come stai.
Mangiano a testa china senza proferir parola, con la mano destra e le lunga dita compongono palline di riso che intingono nelle salse e spezzettano, sbocconcellano pezzi di carni che introducono nella bocca senza versare una goccia. Seduti a terra, in cerchio, appena concluso il piatto si alzeranno e laveranno ciascuno il proprio e poi le dita e la mano. In ogni stanza dove si mangia c'e' sempre un piccolo lavabo atto a far questo.

Il bere è acqua che è preziosa e non sempre e' corrente nelle case, ma di solito si trova nella fontana interna al villaggio e viene messa nelle grandi brocche colorate di plastica, alluminio o rame. Berranno mettendo la brocca o la bottiglia lontana dalla bocca e facendo scendere il liquido come lo zampillo di una fontana. Questo perché essendo un rito collettivo non devono toccare il collo della bottiglia e se provate a farlo vi rovesciate tutto addosso, loro sono dei veri equilibristi in questo.
Al ristorante, durante la pausa delle portate, chiacchierano rumorosamente; sono a testa bassa quando mangiano, sono sempre in numero elevato a tavola e amano fare giochetti spiritosi e scherzi, mentre ridono di gusto.

Ricetta: CHICKEN CORY KULAMBU
Si prendano le parti del pollo che si gradiscono; gli indiani utilizzano soprattutto cosce e sopra cosce e le spezzettano in bocconcini che mettono in infusione per almeno un’ora con la curcuma e il peperoncino in polvere. Il tutto deve divenire di colore giallo arancio e avviluppare bene le carni.
Si utilizzi il Wok e si metta l'olio di arachide; getteremo una grossa e capiente scodella di cipolle piccole tagliuzzate a pezzetti, assieme a 6 spicchi di aglio tagliati a metà, un bel pezzo di zenzero tagliato a pezzetti, del masala in polvere per cuocere il pollo, del peperoncino forte tagliato a fettine. Rosolate il tutto lentamente.
A questo punto immergete il pollo sempre con fiamma viva, aggiungete semi di mostarda, pepe in grani, foglie di curry, semi di cumino, cardamomo schiacciati, anice stellato, della polvere di curry e fate prendere bene la rosolatura e il colore. Aggiungete una tazza di latte di cocco e mescolate bene.
Prendete poi una decina di pomodori medi e tagliateli a pezzi - devono essere freschi e maturi - e una punta di concentrato di pomodoro o conserva, e aggiungeteli al pollo. Dovranno ancora cuocere almeno trenta minuti, la cottura totale sarà di un'ora e mezza.
Intanto cuocete il riso basmati assieme a dei chiodi di garofano e cardamomo, lasciandolo morbido.
Nel finale della cottura del pollo aggiungete del coriandolo triturato e, tolto il pollo dal wok, adagiatelo in piccoli vasi di alluminio che ne terranno il caldo e la fragranza. Nel wok dove avete cucinato metteteci delle uova in misura di due a testa e fatele cuocere quasi a divenire una omelette, con del burro chiarificato sciolto sopra e del pepe in polvere.
Le uova sono la golosità per gli indiani, ne consumano in quantità giornalmente, sono il benessere, l’energia e il sostegno alla fatica e al languore che il riso porta, essendo alimento che viene digerito abbastanza velocemente.